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v - i misteri e le visioni | 99 |
E il coro accompagna l’anima al cielo con questo canto:
O felice alma, che dal corpo sciolta e per amor congiunta col tuo Dio, la vita t’è donata e non t’è tolta,... sei fatta ricca d’un prezzo si pio, e con veste si bella e nupziale al convito starai celestiale. |
Cosi finisce questa rappresentazione, detta «commedia», perché si conchiude con la salvazione e non con la perdizione dell’anima. È detta anche «misterio», per la sua natura allegorica. È uno degli antichissimi misteri liturgici, ritoccato, ripulito, rammodernato e fatto laico a’ tempi di Lorenzo de’ Medici e forse piú in lá, a giudicare dalla forma franca e spigliata, da certi tentativi di formazione artistica, come nelle figure del demonio, dell’Odio, della Sensualitá, della Povertá, e da un certo non so che beffardo e grottesco, che svela poca serietá e unzione nello scrittore e negli spettatori. Ma se la trama è moderna, la stoffa è antica, e ricorda il duello del Senso e della Ragione, cosí comune negli scritti volgari che apparvero prima, e la battaglia de’ Vizi e delle Virtú del Giamboni, e le tre allegorie cristiane. Anzi questa Commedia dell’anima non è se non le tre allegorie messe in rappresentazione. Lá trovi tre gradi di santificazione, Umano, Spoglia e Rinnova. E anche qui l’anima è prima combattuta dal senso e cade ne’ suoi lacci, perché «umana cosa è cascare in errore»; poi fa la sua penitenza, si spoglia e si monda della scoria del peccato, e cosí a Dio si rimarita, come dice Dante, o, come dice il nostro autore, sta «al convito celestiale con veste bella e nuziale». Questi tre gradi aveano la loro formazione liturgica nell’inferno, purgatorio e paradiso, che erano appunto il senso, l’Umano puro, abbandonato a se stesso, lo Spoglia o la penitenza che purga o monda l’anima, e il Rinnovamento o la luce mentale, la beatitudine. Questo era il concetto delle rappresentazioni che aveano a materia l’altro mondo, come quella di cui fa menzione Giovanni Villani, che ebbe luogo a Firenze. L’altro mondo era