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giudizio di gervinus sopra alfieri e foscolo i95

letterario: poesia e filosofia sono state espressione della vasta reazione suscitatasi negli spiriti contro le idee religiose, politiche, morali di quel tempo. L’indirizzo politico dato dunque alla letteratura è un fatto europeo, che non si può attribuire all’Italia, e tanto meno ad Alfieri. Certo sono invidiabili que’ tempi, ne’ quali può dominare il puro spirito scientifico, il puro culto dell’arte. Ciò avviene quando un popolo, signore di sé e dotato di stabili istituzioni, può spandere al di fuori le sue forze vive in tutti i rami dello scibile con una contemplazione serena. Guardate ora un po’, se questo poteva essere consentito a popoli che entravano pur allora in una lotta gigantesca, di cui non vediamo ancora la fine. Certo questo scopo politico, o, per dirlo con una parola piú larga, sociale, a cui sará indirizzata la letteratura insino a che l’Europa non acquisti tali istituzioni, che le concedano un pacifico progresso, toglie all’arte ed alla scienza la pienezza della sua liberta. Si fará della poesia ad uso della patria; della filosofia ad uso della nazione. Se non che, credo che in questo non si possa dare un giudizio assoluto, che non si possa affermare, come fa il Gervinus, che lo scopo politico uccida l’ideale. Ne’ grandi scrittori, che hanno l’istinto dell’arte, la politica non assorbisce in sé la poesia, ma rimane semplice stimolo, motore di grandi affetti e di alte fantasie. Nelle vere poesie vi è sempre qualche cosa di superiore che sopravvive, spento anche quello scopo politico che le si propongono. Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri sono oramai dimenticati: le passioni, che rosero tanto il cuore di Dante, sono spente, ma non sono spente giá le sublimi creazioni della Divina Commedia alle quali quelle passioni diedero vita. L’esule di Parga e l’ultima delle Fantasie mostrano a quant’altezza di poesia la passione politica abbia levato il Berchet. Taccio del Giusti, incomparabile. La quistione dunque non è se Alfieri siasi proposto uno scopo politico, ma se a quello scopo abbia sacrificato l’ideale tragico. Ora la posteritá è incominciata per Alfieri; le sue allusioni politiche non hanno piú scopo; le idee hanno preso un indirizzo piú pratico; e nondimeno la sua gloria rimane intatta. Anzi è notabile che le sue tragedie piú celebrate