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56 la poesia cavalleresca
     Parti che ’l tempo sia conforme a questo?
Parti che ’l tempo sia da innamorarsi?
Párti che ’l tempo sia qui lungo o presto?
Párti che ’l tempo sia dover più starsi?
Párti che ’l tempo sia tranquillo o infesto?
Párti che ’l tempo sia da motteggiarsi?
Párti che ’l tempo sia da dama o lancia?
Párti che ’l tempo sia d’andarne in Francia?
     A questo modo il regno in pace aremo?
A questo modo acquisterai corona?
A questo modo Antea qui abbatteremo?
A questo modo andrem poi in Babillona?
A questo modo la fede alzeremo?
A questo modo or di te si ragiona?
A questo modo se’ fatto discreto?
Misero a me! ch’io non sarò mai lieto! —


Al Pulci manca e la rappresentazione delle forme, e la rappresentazione delle azioni, e la rappresentazione de’ sentimenti. Offre egli almeno qualche cosa d’importante: nelle minuzie, nel maneggio dell’ottava, nella scelta delle rime? nel saper adattare il linguaggio alle idee che vuole esprimere? Conosce la melodia e l’armonia?

Per lo più, fa versi perché ha annunziato di voler far versi; per versi intende undici sillabe, con il debito numero d’accenti; e spesso tratta superbamente gli accenti.

Il verso è un fenomeno esterno, che deve supplire qualche cosa al pensiero, al sentimento, come la musica al libretto. Il Pulci non comprende né il verso né l’ottava rima, ch’è una sola idea sviluppata e circondata da circostanze accessorie; e che potrebbe chiamarsi il metro dell’immaginazione: ed infatti in ottava rima sono scritti tutti i poemi cavallereschi. I versi del Pulci sono staccati, e spesso anche scuciti. Manca spesso anche la connessione logica. Il soggetto cambia e ricambia secondo il bisogno della rima. Generalmente l’ottava non soggiace alle regole dell’armonia e della melodia: in qualche momento felice gliene scappa una bella. Anche per questa parte è mediocre e difettoso.