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iii. il «morgante» 55


Il povero Pulci è così innamorato di questa forma, ch’egli crede patetica, che la ripete sempre.

Ecco come Costanzo s’indirizza ad Orlando, che gli ha salvato la figliuola:

     — Questo è colui che ti scampò da morte?
Questo è colui che t’ha dunque prosciolta?
Questo è colui ch’è tanto ardito e forte?
Questo è colui ch’agli altri fama ha tolta?
Questo è colui ch’allegra or la mia corte?
Questo è colui per cui non sei sepolta?
Questo è colui che uccise il fier gigante?
Questo è colui ch’è il gran signor d’Anglante?... —

Un’altra volta Rinaldo, dopo aver dato un colpo di lancia innocuo ad Antea, se le inginocchia e le fa una dichiarazione amorosa:

     — ... Tu se’ colei ch’ogni altra bella avanza:
Tu se’ di nobiltá ricco tesoro:
Tu se’ colei che mi dai sol baldanza:
Tu se’ la luce dell’etterno coro:
Tu se’ colei che m’hai dato speranza:
Tu se’ colei perch’io sol vivo e moro:
Tu se’ fontana d’ogni leggiadria:
Tu se’ il mio cor, tu se’ l’anima mia... —

Ecco come Orlando rimprovera Rinaldo per l’amore che aveva posto ad una pagana:

     — ... Ov’è, Rinaldo, ia tua gagliardia?
Ov’è, Rinaldo, il tuo sommo potere?
Ov’è, Rinaldo, il tuo senno di pria?
Ov’è, Rinaldo, il tuo antivedere?
Ov’è, Rinaldo, la tua fantasia?
Ov’è, Rinaldo, l’arme e ’l tuo destriere?
Ov’è, Rinaldo, la tua gloria e fama?
Ov’è, Rinaldo, il tuo core? alla dama.