una definizione, credono avere in mano la scienza, e studiano e giudicano a priori, secondo certi preconcetti. Questo impedisce in loro lo sviluppo dello spirito critico, vizia l’impressione e il gusto, sostituisce alla loro spontaneitá una coscienza artificiale. La scuola, quando non vi si rinnovi spesso l’aria, genera quell’insetto roditore del cervello, che dicesi pedanteria. E primo ci capita il maestro, quando non abbia la forza di ventilare la sua intelligenza e si addormenti sulle sue teorie, e ripeta meccanicamente se stesso. Il che induce nel giovane la mala disposizione a volere in ogni caso singolo guardare le generalitá e non quello che esso ha di proprio e d’incomunicabile, la sua individualitá o personalitá, dov’è la sua vita. Mi ricordo che nella mia prima scuola, quando un certo indirizzo intellettuale e morale durava un par d’anni, giá ci si sentiva la maniera, l’abitudine, il meccanismo, e saremmo impedantiti tutti, se non fosse stato in noi il vigore e l’entusiasmo della gioventú, che ci teneva in un movimento continuo di formazione e di progresso. Negli ultimi anni la maniera fu un certo sentimentalismo fiacco e tutto d’immaginazione, a cui successero presto, come antidoto, i ritratti storici e letterari. Non dava tèmi, ciascuno li cavava da’ suoi studi e dalle sue inclinazioni. Pure prevaleva a quando a quando una certa natura di argomenti, una certa intonazione, e quello che prima era spontaneo e naturale, diveniva freddo e artificioso. Ma ci era un gran correttivo: la discussione, la continua lettura, l’attrito delle opinioni, un orizzonte spesso rinnovato. Io ho sempre stimato che la sostanza della scuola è tutta in questa parte educativa, la quale regolata bene darebbe buoni frutti, posto pure che il maestro fosse poco felice nelle sue lezioni accademiche. Perciò al mio soliloquio ho voluto aggiungere il dialogo, una discussione pubblica sopra quel lavoro, che mi fosse parso piú acconcio ad essere studiato con profitto. Le difficoltá sono grandi. E prima ci è la noia. I giovani che discutono non sono tutti aquile. E non tutt’i lavori sono interessanti. Lo sbadiglio è l’accompagnamento obbligato delle accademie e de’ parlamenti: che dire di una scuola? soprattutto per quelli che ci vengono con animo piú di spettatori che di attori. Poi,