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2i0 frammenti letterari

nel momento stesso dell’azione. Ti trovi nel piú acuto della concitazione, e quando alla fine ti aspetti quasi un delirio, ti sopraggiunge un’analisi, una sentenza, un paragone, una descrizione psicologica. Licida snuda il brando, vuole uccidere il suo nemico; poi lo volge in sé; si arresta, e fa la sua analisi:

                                        Rabbia, vendetta,
Tenerezza, amicizia,
Pentimento, pietá, vergogna, amore,
Mi trafiggono a gara. Ah chi mai vide
Anima lacerata
Da tanti affetti e si diversi? Io stesso
Non so come si possa
Minacciando tremare, arder gelando,
Piangere in mezzo all’ire,
Bramar la morte e non saper morire.
Il dramma va a riuscire in un sonetto petrarchesco. Aristea cosí si descrive a Megacle:
     Caro, son tua cosí.
Che per virtú d’amor
I moti del tuo cor
Risento anch’io.
     Mi dolgo al tuo dolor,
Gioisco al tuo gioir,
Ed ogni tuo desir
Diventa il mio.
E Megacle, seguendo l’amico Licida nella sua sventura, esce in questo bel paragone:
     Come dell’oro il fuoco
Scopre le masse impure,
Scoprono le sventure
De’ falsi amici il cor.
Questi riposi musicali sono come l’arpa di David, che calmava le furie di Saul, rinfrescano l’anima e la tengono in equilibrio