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iii. pietro metastasio i95

leggi, vagheggiando se stesso redivivo in un Metastasio giureconsulto e letterato. Questa educazione classica non gli fu inutile, perché lo avvezzò alla naturalezza e alla semplicitá, e lo nutrí di buoni esempi e di soda dottrina. Ma morto il Gravina e abbandonato a se stesso, si sviluppò in lui, come in tutti quelli che hanno ingegno, il senso della vita contemporanea. E si gittò avidamente sul frutto proibito, e la Gerusalemme Liberata, l’Aminta, il Pastor Fido, soprattutto l’Adone furono il suo cibo. Il maestro volea farne un poeta tragico a uso greco, o piuttosto a uso suo. Ma la tragedia non era la sua vocazione, e l’autore del Giustino preferí Ovidio a Sofocle, e come era moda, cominciò la sua vita poetica in Arcadia con sonetti, canzonette, idilli, i cui eroi d’obbligo erano Cloe, Nice, Fille, Tirsi, Irene e Titiro. Il Sogno della Gloria è l’ultimo suo lavoro a uso Gravina, ammassato di sentenze che sono luoghi comuni, e pieno di reminiscenze classiche e dantesche. Ma nel Ritorno della Primavera, scritto l’anno appresso, il 1719, scorgi giá vestigi dell’Adone e dell’Aminta, facilmente impressi in anima ricca di armonie e d’immagini. L’ideale del tempo era 1 ’ idillio, il riposo e l’innocenza della vita campestre, in antitesi alla vita sociale, cosí come l’avevano sviluppato il Tasso, il Guarini e il Marino. L’idillio era un certo equilibrio interiore, uno stato di pace e di soddisfazione, a cui era salsa il dolore. L’Arcadia, volendo riformare il gusto, avea tolto all’idillio quella tensione intellettuale, che si chiamava il seicentismo, sí che la forma era rimasta una pura effusione musicale dell’anima beatamente oziosa, cullata da molli cadenze fra l’elegiaco e il voluttuoso: ciò che dicevasi melodia. La musica penetrava giá in questa forma cosí apparecchiata a riceverla, e la canzone diveniva la canzonetta, la cantata e l’arietta, e il dramma pastorale diveniva il dramma in musica. Le canzonette del Rolli erano in molta voga, ma giá si disputava quali ne facesse di migliori, o il Metastasio o il Rolli. Sciupata l’ereditá del Gravina, il nostro Metastasio, visto che l’Arcadia non gli dava pane, ricordò i consigli del maestro e andò a Napoli col proposito di far l’avvocato. Ma Napoli era giá il paese della musica e del canto. E le