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v. l’«orlando furioso» i47


E quando Rodomonte è cadavere, il poeta lo riassume in un’ultima immagine:

Alle squallide ripe d’Acheronte,
Sciolta dal corpo piú freddo che ghiaccio,
Bestemmiando fuggi l’alma sdegnosa
Che fu si altiera al mondo e si orgogliosa.
Il Tasso ha voluto imitarlo:
Moriva Argante, e tal moria qual visse:
Minacciava morendo, e non languia:
Superbi, formidabili e feroci
Gli ultimi moti fur, l’ultime voci.
Agonizza da eroe meno degnamente di Rodomonte che tace, e non bestemmia che dopo morto.

Orlando e Rodomonte rappresentano il cavalleresco guerresco; ma la Cavalleria ha un secondo aspetto, il ciclo di Arturo eroico ne’ sentimenti. Ariosto vuol rappresentare il cavalleresco ne’ sentimenti: l’amicizia, l’amore. Questi elementi sono rappresentati dagli amori di Bradamante e Ruggiero.


i0. — Bradamante e Ruggiero.

Addio alle battaglie, alle guerre, a’ duelli. Vi presento un’altra parte del poema ariostesco. V’ho parlato d’un doppio ciclo cavalleresco, che il poeta annunzia di riunire fin dal principio. «Le donne, ecc....» Per meglio comprendere quest’altra faccia del poema ricordatevi la differenza dell’epico e del cavalleresco. Epico: le forze individuali sciolte e operanti ciascuna per proprio conto. Nell’epico avete il poema; nel cavalleresco il romanzo. Nell’Ariosto il poema sorge magnificamente e poi va a sciogliersi nel romanzo, e questo spicca specialmente dopo la morte d’Agramante, quando il poema è conchiuso, e si prolunga in un romanzo idillico. Questo modo di terminare mostra la tendenza dell’Ariosto. Il fondo di questo romanzo è ancora