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i0 la poesia cavalleresca

nuovo contenuto e lo sollevano a quel grado di perfezione di forma, per cui lavori di subietto non italiano solo in Italia hanno ricevuto il marchio dell’eternitá. Capo della prima classe di scrittori era un uomo d’importanza, un cardinale di Santa Chiesa, Pietro Bembo, che spese tutta la vita a diffondere i buoni studi, facendo quel che a’ tempi nostri han fatto il Puoti in Napoli, il Cesari nelle Romagne, il Giordani nell’Italia centrale. Fu il purista del suo tempo. Fermò che il primo poeta italiano fosse Petrarca, il primo prosatore Giovanni Boccaccio, il primo scrittore latino Cicerone, e petrarcheggiò nelle sue poesie italiane, boccacceggiò nelle sue prose italiane, ciceroneggiò, se lice usar la parola, nelle sue prose latine. Prese questi tre modelli e ne fece l’esemplare immobile che propose all’ammirazione ed all’imitazione degli italiani. Fra tutti gli autori di secondo ordine nessuno è stato tanto lodato a’ suoi tempi, nesssuno ha avuto tanta influenza ed una fama che durasse tanto. Se v’accadesse di togliere alle tignuole ed alla polvere uno dei suoi volumi, e aveste l’eroica pazienza di leggerlo o meglio di cominciarlo a leggere, voi esclamereste senza dubbio: è questo quel Bembo tanto famoso che fu posto accanto al Caro, all’Ariosto? Le rime sue sono l’anatomia del Petrarca: tutte le frasi, tutti i pensieri, tutte le parole del Petrarca vi sono accozzate: vi è lo scheletro senza l’animo, e’ somiglia l’imperatore romano che si credeva pari ad Alessandro perché vestiva come lui. E quando avreste trovato che questo secondo Boccaccio, che questo secondo Cicerone è un grandissimo seccatore e tanto in latino quanto in italiano, vi affrettereste a riporre il libro nella polvere.

Debbo qui, o giovanetti, tentar di guarirvi dal disprezzo, tendenza facile dell’etá vostra. Sentendo il professore biasimare un autore, spesso esagerando il suo biasimo voi affettate un sorriso superiore e parlate col disprezzo sulle labbra di un autore e delle sue opere. Vi è una doppia specie di pedanteria, la pedanteria della lode e la pedanteria del biasimo. Furono pedanti i contemporanei che esaltarono tanto il Bembo; sareste (adopero il condizionale, non è che un caso ipotetico), sareste pedanti anche voi come il Baretti, se non faceste la parte