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74 la giovinezza

mancata la berlina; ma lo salvò un certo suo natural buon senso. Facendo olocausto delle sue pretensioni metafisiche, si limitò a quella parte letteraria, nella quale aveva esperienza e autorità. Intanto, alzando l’animo agli studi rettorici, se ne rimetteva a me per gli studi di lingua e di grammatica, e in poco di tempo il numero dei giovani miei crebbe tanto che facevano ingombro nelle sale del Marchese. Egli, serbati per sé i migliori e i più anziani, ai quali dava lezione tutte le domeniche, mi trovò una sala al vico Bisi, nella quale veniva la moltitudine. Così cominciò la mia scuola sotto il suo patronato.

Un lunedì andavamo, il Marchese e io, per via Maddaloni, ed eccoci di contro un tal S... da Lecce, fresco fidanzato d’una giovane e bella nipote del Marchese. Costui, con la familiarità insolente dei giovani patrizi ineducati, presa la mano del Marchese, mi sbirciò dicendo: — Ah! il professorino — . Questo nome, che il Marchese mi soleva dare così per vezzo, diveniva in quella bocca e su quella faccia un dispregiativo. — Un professorino! — disse il Marchese, piantatosi fieramente, come se l’offeso fosse lui, e guardandolo con occhio severo. Quella guardata l’amico non se la sarà dimenticata più. Un «ho!» lungo e sgraziato fu la sua risposta. E volle accompagnarci. Arrivammo in tre nella sala. Il Marchese parlò una mezz’ora così a braccia, come gli veniva, e gli veniva sempre bene, perché parlava con abbondanza di cuore, senza frasi e senza affettazione. Fu applauditissimo. Poi venni io, e con voce tremula lessi non so quanti periodi sulla grammatica e sulla lingua. Il Marchese mi faceva animo coi suoi «bene!», e anche i giovani mi battevano le mani per incoraggiarmi, e più di tutti il mio leccese, che mi confuse poi di complimenti. Cosi cominciò la scuola preparatoria, che doveva condurre a quella del marchese Puoti.

Si dice che le sventure non vengono mai sole. Simile può dirsi delle fortune. Vi sono certi tempi nei quali i casi fortunati si succedono come le ciliege, e sembra che domini una buona stella. Appunto in quel momento critico della vita mi rise la mia stella. Il Marchese mi presentò al duca di Sangro come suo collaboratore. Era un bravo gentiluomo del vecchio stampo, di