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48 la giovinezza

gesti di minaccia. Figuriamoci. Le vie erano guardate da gendarmi a piedi ed a cavallo. Io capii il resto, — E... cosa sarà di noi ora? — Stava presso a me un gendarme, che mi domandò di qual paese ero. — Sono di Morra, — diss’io. — E sono di Morra io pure, disse lui, — e ti voglio dare un buon consiglio. Dateci qualcosa a noi altri, e vi faremo svicolare — . La cosa fu sentita; si pose mano nel taschino, e io con molta premura diedi al mio bravo compaesano, chi lo sa?, due piastre, avanzo dei famosi trenta carlini. Ci fecero un bel sorrisetto, e colui disse a me, pigliando le due piastre: — Grazie, signorino — . Noi con gli occhi a destra e a manca, guardando i vichi; e quelli con gli occhi di traverso su di noi dicevano: — Avanti, avanti — . Ci condussero in prefettura e poi a Santa Maria Apparente. — Dove andiamo? — dicevo io. — Camminate, signorino, che è tardi; non dubitate — . Salivo salivo che mi veniva l’affanno; quegli m’ammiccava; e io pensando che mi conduceva a casa mi trovai per un ponte tra brutti ceffi in un camerone oscuro, dove fummo gittati tutti come una balla. Sentimmo chiavare l’uscio col molto fracasso. Non dico che ci guardammo l’un l’altro stupiti; ché non ci si vedea.

Ma quei giovinastri urlavano a piena gola: — Ehi! ma non è questa la maniera. Custode, custode. Ma dateci almeno un lume — . L’uomo apri e si piantò sull’uscio con un lanternino in mano, gridando: — Cosa volete? — Ma non c’è un letto, ma non c’è una sedia, ma non c’è un lume; ma che modo è questo? ma che abbiamo fatto? — E l’uomo dal lanternino si fece più brutto e disse: — Belli figlioli, se fate ancora gl’ineducati, vi metterò giú giù, nel criminale, e v’insegnerò io l’educazione — . E fece un gesto con la mano, che voleva significare «vi darò le mazzate». La paura li ammansi; gli fecero cerchio, con aria supplichevole. E allora il cerbero si mansuefece, e lasciò intendere che coi danari si accomodava tutto. — Volete sedie? volete letti? volete buona cena e buon vino? pagate, pagate, signori; altrimenti ecco quello che passa il carcere — ; e ci mostrò del pan muffito e nero, e una brocca d’acqua polverosa. Nessuno aveva in tasca più un grano; ché i gendarmi si avevano preso tutto. Si venne a