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40 la giovinezza

e fino quel padre gesuita che disapprovò il mio latino, mi venne alla memoria e mi parve amabile nella sua severità. Finalmente, stanco di quel fantasticare, andai via, pensando che il mio nome era Francesco Saverio, quel Santo che fu apostolo dell’Indie e decoro della Compagnia di Gesú.

Andavo per via più tranquillo, riconciliato con me stesso, pure non ben sicuro di aver fatto la mia pace con Dio, e mi promettevo di tornare colà a sentir messa il di appresso. Continuando il cammino col vago disegno di andare fino all’Università, giunto alla svolta di San Sebastiano, mi voltai anch’io, e distratto e pensoso mi trovai in casa del marchese Puoti. Seppi ch’era tornato, e mi venne un batticuore, e salivo lentamente le scale come per pigliar tempo, non osando sapere da lui quello che pur tanto desideravo sapere; ma il timore era più forte del desiderio. Giunsi ch’era già in camera tra un cerchio di giovani e diceva le sue impressioni. Io rimasi così sull’uscio, mezzo nascosto, e il Marchese continuava con vivacità di parola e di gesto, con grandi atti pazienti di Gaetano che gli faceva la barba. — Il canonico Lucignani, — diceva lui, — ha fatto solo qualche cosa che valga; nella sua lezione c’era un passaggio felicissimo, e una bella interpretazione di un luogo di Quintiliano: gli altri hanno armeggiato — . Quell’armeggiato mi sonò nell’orecchio come la sentenza oscura della Sibilla. — Come ha detto? — mi voltai con una gomitata a un compagno, e lui mi ripeté: — Gli altri hanno armeggiato — . Corsi in sala, dove si teneva la scuola, e presi in furia e in fretta il dizionario. Quell’armeggiare mi pareva dovesse significare combattere, battagliare, disputare la vittoria; mi rimaneva un filo di speranza per lo zio. La mia furia era tale che non mi riusci subito trovare la pagina, e pestavo dei piedi. Finalmente mi venne innanzi quella maledetta pagina e quel maledetto armeggiare. Lessi che significava: fare opera vana, e divenni pallidissimo e caddi col capo sulla mano. Uscii a capo basso, come can frustato, senza pur vedere il Marchese. Giunsi a casa, e lo zio era abbattutissimo e stanchissimo, e sentiva i conforti di don Nicola del Buono che leggeva il suo scritto, pur facendo qualche appunto. Zio Pietro mormorava che don