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dell’Ovo. Anzi essa deve la sua esistenza, in un certo senso, proprio alla prigionia; infatti il De Sanctis, uscito di prigione nel i853 e andato in esilio, non prosegui più la traduzione e non scrisse nemmeno quello che aveva promesso nel Manifesto, come sviluppo e completamento dell’opera.

La pubblicazione della traduzione, eseguita dalla stamperia Del Vaglio di Napoli, nel i853, si ferma ai due primi volumi, sebbene in un grosso fascicolo di manoscritti, conservato fino a qualche tempo fa nella Biblioteca Provinciale di Avellino, vi fosse il materiale per il terzo volume. I due volumi, che portano sulla verde copertina il titolo Manuale di una storia generale della poesia ma non indicano il nome del traduttore, furono pubblicati per le cure assidue di Ferdinando Flores e di Bruto Fabbricatore; ma, forse perché incompleti, non ebbero molta fortuna e ben presto scomparvero, per riapparire, come dice il Croce1 e come ripete il Cortese2, intorno al 19i0, in un numero esiguo di copie, sui banchi dei venditori napoletani.

Il De Sanctis ne annunziò nel i852 la pubblicazione con un Manifesto anonimo, ma con certezza da lui compilato. Il Croce, poi, trovò un notevole numero di copie del Manifesto in un gruppo di carte desanctisiane a lui donate dalla famiglia del Flores e lo pubblicò nella «Critica» del 19i2, con alcune brevi notizie.

Il Manifesto è stato riprodotto dal Cortese nel secondo volume di Memorie e scritti giovanili (pp. 2i3-i5) senza alcuna modificazione, tranne una, laddove scrive «Jacobi» per «Jakob», così come è nell’originale.

I due frammenti della Prefazione furono pubblicati nel i93i da Carlo Muscetta nella «Nuova Italia» (pp. 63-65); insieme, il Muscetta pubblicò uno dei tre abbozzi conservati fra le stesse carte, l’unico che gli sembrasse «contenere qua e là concetti non espressi e frasi caratteristiche del De Sanctis per concisione e profondità di pensiero», mentre gli altri due, rimasti perciò inediti, erano, secondo il Muscetta, «quasi interamente rifusi nei frammenti». I frammenti furono poi riprodotti dal Cortese integralmente, salvo per le aggiunte che l’autore stesso aveva cancellato (a p. 300, r. 25, dopo «della sua esposizione» seguiva, cancellato; «Del qual noi vogliamo

  1. «La Critica», 19i2, pp. i46-47.
  2. Memorie e scritti giovanili, II, pp. 297.