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è altro che una traduzione abbreviata della Scienza della logica, di cui si riproducono, tradotte, parole e frasi e talora interi periodi. Ma il modo di riduzione e di riassunto riflette l’interesse del De Sanctis di cogliere questo o quel passaggio della Scienza della logica.

II manoscritto viene ora pubblicato per la prima volta; lo riproduciamo per intero, senza alterazioni o modificazioni sostanziali, tranne, qua e là, per la punteggiatura e per la grafia e per qualche passo, in cui era necessario chiarire il senso sulla scorta dell’opera hegeliana. Quanto alla disposizione tipografica, abbiamo creduto opportuno rinunciare all’affrancamento sinottico delle parti di ciascun quadro, perché la forma sinottica, anziché giovare alla intelligibilità del testo, lo appesantisce inutilmente. Oltre a correggere qualche mera svista materiale, o a render chiara, mediante l’interpretazione del contesto, qualche parola non facilmente intelligibile, abbiamo sempre sviluppato quelle parole abbreviate che si trovano nel manoscritto; abbiamo scritto quindi: «determinazione» per «det.e», «rapporto» per «rapp.°», «negazione» per «negaz.e» ecc. In questo lavoro di revisione abbiamo tenuto presente l’edizione del 1841 della Wissenschaft der Logik a cura di L. Henning (che indicheremo con He) e quella del 1923, a cura del Lasson (La) nonché l’edizione italiana a cura di A. Moni (Mo) per la traduzione.

Nel manoscritto, poi, si presentano alcuni passi di lettura incerta, a causa di rimaneggiamenti o di parole sovrapposte, oppure per una svista, che contraddice al significato del passo. Indichiamo questi passi col riferimento alla pagina della presente edizione ed al foglio del manoscritto:

Scienza dell’essere:

p. i85 r. i0: «Esistere - essere determinato - finito», ms (f. r. 2): sotto la parola «finito» si legge «relativo», ma La: «endliches», Mo «finito»;

p. i94 r. 32: «rapportarsi negativamente alla sua limitazione», ms (f. 7): sotto «limitazione» era scritto «determinazione»;

P. i95 r. 3i: «Fichte», ms (f. 7, 2): «Fitchte»;

p. 203 r. 27: «l’essere, che nella instabilità», ms (f. i0): sotto queste parole si legge «negazione della negazione»;

p. 205 r. 25: «Ma l’uscito è se stesso», ms (f. i2): «Ma l’uscito è se stessa»;

p. 209 rr. 24 sgg.: «Ciascun grado, rapporto su di sé tra una pluralità