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282 la logica di hegel

dell’essenza e dell’essere. Non l’immediato irriflesso, non l’astratto dell’esistenza ed apparizione, ma l’immediata realtà, come assoluto riflesso in sé, come Sussistere essente in sé per sé. Come unità dell’essere e della riflessione è la loro apparenza ed essere posto. Come apparenza rapportantesi su di sé, essa è: questo essere è la Sostanza come tale. Ma questo essere è un essere posto identico con sé: così essa è apparente totalità, l’Accidentalità. Quest’apparenza è identità formale: l’unità del possibile e del reale — come essenti immediatamente passanti ciascuno nel suo altro — il diventare, o l’accidente nella sfera del nascere e del morire. Ma perché l’essere è apparenza, il loro rapporto è identico o apparente l’uno nell’altro, riflessione. Cosi il movimento dell’accidentalità rappresenta in ciascuno de’ suoi momenti l’apparenza delle categorie dell’essere e delle determinazioni della riflessione dell’essenza. Attività della sostanza, come calmo uscir fuori di sé — non attiva rispetto al Qualcosa, ma solo rispetto a sé non qualcosa o esistente, ma semplice elemento vuoto di opposizione. Nel fatto togliente l’immediato esce l’immediato stesso; il cominciare da sé è il porre quello stesso da cui si è cominciato. La Sostanza come questa identità dell’apparenza è la Totalità del Tutto, che comprende in sé l’Accidentalità, e l’Accidentalità è l’intera Sostanza.

Differenza.

La differenza della Sostanza nella semplice identità dell’essere e nella reciprocanza degli accidenti in essa non è reale, ma una forma della sua apparenza. La prima determinazione, semplice identità, è la sostanza informe della rappresentazione, un indeterminato che ha solo la determinazione dell’immediata realtà, o appunto dell’essere in sé o del possibile — determinazioni formali che cadono nell’accidentalitá. La seconda determinazione, la reciprocanza degli accidenti, è l’assoluta Forma dell’Accidentalitá, la sostanza come l’assoluta Potenza. Il morire dell’Accidente è il ritorno