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e non consentiva lettura di giornali a’ suoi giovani. Cosa era romanticismo non si sapeva così per l’appunto, e i letterati piazzaiuoli strillavano che bisogna scrivere come natura detta, mettere da parte le regole; e mi ricordo questa frase comune: «Le regole tarpano le ali al genio». Questo intendevano per romanticismo. Il Medio Evo saliva in moda, la leggenda era un genere favorito, classico significava pedante. E così si aveva un romanticismo a buon mercato. Il Marchese rendeva pan per focaccia, e covriva de’ più curiosi epiteti questi letteratucoli. Tuffato ne’ miei giornali politici francesi, poco leggevo quei fogli, e me ne venne subito il disgusto. Quel non approfondire niente, quel saltellare di palo in frasca, con quei punti ammirativi e con quei puntini, ne’ quali non c’erano altri sottintesi che la vacuità del cervello, quelle situazioni tese e violente: tutto mi pareva falso e strano. Il Marchese vietava la lettura dei giornali; io non facevo divieti, ma non dissimulavo il mio disgusto. Quella predica contro le regole, quel mettere da banda gli studi, e confidare nella onnipotenza del genio, era un sistema comodo, che incendiava molte teste di paglia di studenti, accensibili come un zolfino.

La scuola tenne fermo; pure c’era non so quale inquietudine, un desiderio di cose nuove. Si gittarono sulla letteratura francese: sentivo disputare di Madame de Staël, di Chateaubriand, di Victor Hugo, di Lamartine. Io mi mescolavo nella conversazione, e mi davo a quelle letture con pari avidità, scolaro tra gli scolari. Non posso riafferrare più le mie impressioni. Rammento solo di lord Byron, che mi atterri. Tutto mi pareva gigantesco, situazione, azione, caratteri, affetti. Quella profondità d’odio e d’amore, quella forza portata alla ultima sua espressione, quella eloquenza terribile di passioni indomite, smisurate, mi parve come la scoperta di un mondo nuovo, abitato da una razza superiore di umani.

Un sabato che ci capitò il Marchese, Agostino Magliani lesse una novella. Descrizioni, favole, racconti, epistole, dialoghi, discorsi erano i soliti generi di composizione; ma la novella era il genere favorito. Intorno al modo di condurre la novella c’era