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94 | la giovinezza |
e le eccezioni, e pretendeva che il mondo andasse sempre diritto: altrimenti, dov’era la scienza? Se allora avessi conosciuto Hegel, avrei battezzato per accidente tutto quello ch’era fuori della scienza; ma non ero abbastanza ingegnoso, e volevo per forza tirare nei confini della scienza tutti i fatti grammaticali. Non ammetteva che la sintassi fosse una parte distinta della grammatica. Col mio metodo genetico, io la faceva uscire naturalmente dalle analisi fatte, ricomponendo per virtù del verbo, e passando, con moto celere e trionfante, alle proposizioni, ai periodi e al discorso. La mia grammatica era un andare su su dalle parti più semplici verso il discorso, il grande risultato della scienza, il principio e il fine. Di questa grammatica non mi è rimasta che una vaga reminiscenza. I giovani facevano un sunto delle lezioni, e un sunto da me corretto era il libro della scuola, come lo si chiamava. Uno di questi sunti mi è venuto alle mani, per gentilezza del signor Tagliaferri, allora mio discepolo. Poco ci ho capito; già con questi occhi malati poco capir posso. Oh! come questi sunti mi paiono pallidi dirimpetto a quelle lezioni nelle quali compariva tutta l’anima. Avevo preso per costume di non ripetere mai un corso, e perciò quella grammatica rimase boccheggiante così come era stata abbozzata una volta, uno schizzo più che un disegno finito, rimasto li in aria, mentre io, incalzato da nuove aspirazioni, metteva mano ad altri lavori. Pure, fu tanto l’entusiasmo grammaticale mio e dei giovani miei, che moveva quasi il riso, e ci chiamavano per ischerno i grammatici, come chiamavano linguaiuoli o frasaiuoli gli scolari del Puoti. La grammatica non s’insegnava che ai bimbi, e mi biasimavano che insegnassi grammatica a giovani fatti. — Ma c’è o non c’è una scienza della grammatica?— strillava io inferocito e con molti gesti. — E questa grammatica generale, comparata, filosofica a chi la insegnerete voi? Ai bimbi no di certo. Non è a lamentare che nei quadri universitari non ci sia la grammatica generale?
In verità, io era il solo che insegnassi una grammatica di quella fatta, e se molte osservazioni erano più sottili che vere, se il metodo era forzato, se il contenuto era monco, se quella