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Nel 1933 usciva poi, nella edizione delle Opere complete di F. De Sanctis, (Napoli, Morano), a cura di Nino Cortese, come volume quarto della Letteratura italiana nel secolo decimonono, il saggio leopardiano con il sottotitolo: Leopardi. Questa edizione si presentava come la più completa apparsa sino allora in quanto essa raccoglieva, oltre i trentadue capitoli editi dal Bonari, i sei capitoli editi dal Croce e riportava, in appendice, la lezione introduttiva, la lezione sulla Vita solitaria, e, nella nota bibliografica, i due frammenti indicati dal Croce, Silvia e A Recanati (contenuti fra i manoscritti di Avellino)1 e alcune pagine di appunti, raccolti da Teodoro Frizzoni dalle lezioni zurighesi, posseduti dalla Nazionale di Napoli e già indicati dal Croce2. L’edizione Cortese realizzava, sulle linee indicate dal Disegno di una edizione completa ed ordinata delle opere di F. De Sanctis del Croce3, un sostanziale progresso rispetto all’edizione del Bonari e con la sua Tavola delle citazioni e la accurata Nota bibliografica portava un contributo notevolissimo allo studio del saggio desanctisiano. Ma, come si può vedere dall’elenco di errori riportato più innanzi in questa Nota, il testo del Cortese risultò assai scorretto, mentre il criterio dell’editore di riportare le citazioni del Leopardi e di altri alla loro precisa e integrale lezione, finì per turbare lo stesso discorso critico alterando la chiara volontà del De Sanctis, che spesso incorpora e modifica parole ed espressioni degli autori esaminati, nella propria esposizione critica. E se discutibile può apparire lo svantaggio di tale criterio dove l’editore ripristina il testo esatto di citazioni ben distaccate e rilevate dallo stesso autore, notevole è l’alterazione dove l’editore interviene nel testo a virgolettare e accomodare parole e frasi tratte dalle opere leopardiane, ma che il De Sanctis aveva volontariamente incorporato e modificato nel pro-


  1. Nella trascrizione del secondo l’edizione Cortese salta però una intera paginetta del manoscritto.
  2. B. Croce, Gli scritti di F. De Sanctis ecc., già cit., p. 28: «Fasc. V, carte del periodo 1854-59, 2. Due quaderni di alcune lezioni fatte in Zurigo nel Politecnico sulla lirica italiana e particolarmente sul Petrarca e il Leopardi, raccolte dal suo scolaro Teodoro Frizzoni».
  3. Il Croce proponeva come terzo volume della Storia della letteratura italiana nel secolo decimonono: «lo Studio sul Leopardi (già edito dal Bonari) con l’aggiunta dei sei capitoletti editi dal Croce (Scritti varii, II, 101-35), e con in appendice, a guisa di documento, la lezione introduttiva del corso (in Critica, X, 226-31)» (Op. cit., p. 106).