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nota 403

Ma non basta studiar dal vero, perché c’è il vero comune, ordinario, che è dei poeti che non hanno ingegno poetico, e la maggior parte di costoro o idealizzano, o realizzano comunemente; mentre avviene che nello scrittore serio è sviluppato il talento dell’osservazione congiunto con l’analisi, il che vi dà per risultato di vedere le cose non come ci si presentano superficialmente, ma vederle con fina osservazione nei più intimi particolari, che spariscono agli occhi di poeti ordinarii.

Dicevamo dunque che fin dalle prime pagine si trova la descrizione del lago di Como.

Quel ramo del lago di Como dunque viene ad un’tratto a restringersi, e prende corso e figura di torrente, e le due rive sono congiunte da un ponte, ch’è la manifestazione sensibile del passaggio, e che segna quasi il punto in cui il lago cessa e l’Adda ricomincia. Questa osservazione non può essere fatta se non da chi si è trovato sul luogo. Uno scrittore ordinario vi avrebbe già date le impressioni avute da quel ramo del lago di Como, dal suo restringersi in fiume, dal ponte, ec. Manzoni non vi dice niente di tutto questo: in lui c’è l’occhio dell’osservatore senza interesse poetico. Con ciò non vogliamo dire che in Manzoni non ci è poesia; essa c’è, ma quando si presenta? Non certamente quando non ci vuole, o che si tratta di dire impressioni proprie; ma quando nel luogo ch’egli descrive si presenta un movimento estetico; ed è allora che l’autore lo nota. In quella descrizione del lago infatti le particolarità topografiche sono tante, che conviene leggerla due volte per tenerla presente; ma viene il momento delle impressioni estetiche, e vedremo poi come fa il Manzoni a dirle.

Ora pigliate a leggere delle lunghe descrizioni, e dopo averle lette io vi domando: avete avuta un’idea chiara del luogo descritto? No certamente, perché son così confuse, e si trasvola così in esse su’ particolari, che voi non potete farvene un’immagine. Leggete la descrizione del Manzoni, e voi non la dimenticherete più, perché in essa c’è un certo ordine intellettuale, ordine che adopera quasi sempre colui che osserva. Vediamo dunque l’ordine, il piano di questa descrizione, perché dessa ha certamente il suo disegno. Abbiamo un lago che vien quasi ad un tratto a restringersi e diventa fiume, e poi le rive allontanandosi, l’acqua si distende, si rilassa, e torna ad esser lago con nuovi golfi e seni; e badate ch’egli vi dice il perché l’acqua torna lago. Ebbene quando l’Adda torna ad esser lago, essa s’allarga fra un promontorio ed una costiera formata dal deposito di tre torrenti, e fra gli altri il Resegone, che piglia il nome dal monte così chiamato per i suoi molti cocuzzoli in fila, che lo fanno somigliare ad una sega. I torrenti che si inoltrano,- scavando, o seguendo la conformazione de’ monti, cominciano a pigliare forme terree; ond’è che avete qui una valle, e lì un poggio, un valloncello, una spianata e via dicendo. Il lembo estremo del lago tagliato dalle foci de’ torrenti, finisce in ghiaia e