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160 lezioni

leggi di unità di spazio e di tempo, anzi s’ingrandisce la trama della composizione, avendoci la successione storica. Manzoni non tien conto dell’unità di luogo e di tempo: offre velocemente, alla fantasia degli spettatori, aggruppati avvenimenti svoltisi in uno spazio larghissimo, in un tempo che oltrepassa parecchi anni.

Aggiungete che essendo il punto di partenza mutato, la composizione mutata, mutato il meccanismo, il linguaggio non può rimanere il medesimo. È evidente che personaggi non ideali ma storici, non innalzati per forza ad alte proporzioni, ma che sono un complesso di debolezza e di forza, di bene e di male come nella storia, adoperar debbano un linguaggio non più eroico o divino, ma che deve accostarsi al linguaggio parlato, ad una forma più popolare.

La tragedia storica dunque ha un punto di partenza reale, la composizione non logica ma storica, un meccanismo largo rispetto al tempo e allo spazio, il linguaggio vicino alla forma parlata. Applichiamo questo che abbiam stabilito al Conte di Carmagnola.

Manzoni nel 1816 concepì il Conte di Carmagnola, lo pubblicò tre anni dopo. Alfieri scriveva una tragedia in quindici giorni, e si comprende, perché la tragedia era lui, e poteva comporla senza bisogno di documenti. Manzoni verifica prima nelle cronache e nelle storie cosa sia il Conte di Carmagnola; cerca non un problema poetico, ma storico, che potesse essere interessante. Ora il Conte di Carmagnola per lungo tempo fu dagli storici creduto reo di tradimento, e gli storici stessi riconoscevano giusta la pena di morte inflittagli dal Senato di Venezia.

Manzoni studiando que’ documenti, e aggiungendovi la sua riflessione, venne a scoprire che forse il Conte era innocente, senza che il Senato fosse reo: credette far opera interessante riabilitando quell’uomo infamato dagli storici. La sua tragedia ha già un interesse storico, il presentare quel carattere eroico purificato dalla colpa, la riabilitazione del Conte di Carmagnola.

A noi ora importa poco vedere se ha ragione o torto. Pietro Verri dice che il Carmagnola fu reo, Manzoni lo nega; la tesi appartiene agli storici, a noi importa vedere se Manzoni ha potuto raggiungere il suo fine.