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lx lezione preliminare.

noi le composte alsì per altresì, allanto per altrettanto e simili, da ricercarsi ad agio dagli archeofili, a’ quali mi basta colla presente lezione di aver almeno svegliato l’appetito delle ricerche.

Finalmente aggiungerò come il nostro pronome coálito ciascheduno, si componga evidentemente di ciasche, della d epitettica o intercalare, e del complemento individuante da noi prediletto ne’ pronomi, cioè uno. Dal che poi chiaramente s’induce come noi pure Italiani dal quisque latino femmo da prima ciasche, siccome fecero kaske o casque gli Oytani, e come indi ciascuno non fosse per conseguente che una forma composta di quello che potè essere radicalmente soltanto ciasco e ciasca e ciasche, strignendo così sempre meglio i legami che unirono strettamente da prima, e che uniscono tuttavia abbastanza le due più vicine fra le lingue sorelle dell’Europa latina.

Parecchie altre antiche particolarità del linguaggio oytano potrei venire io qui raccogliendo, le quali non tornerebbero per avventura inutili alla storia della lingua nostra volgare e de’ suoi principali dialetti; come sarebbe la formazione dei futuri nel dialetto Borgognone, e l’altra dissimile nel dialetto Normanno, l’uso nei verbi elegante dell’infinito invece dell’imperativo1, e l’arcaica scrittura di tante parole, dalla quale dipendendo appunto la

  1. Ciò accade similmente presso noi, in ispezialtà quando l'atto comandativo viene preceduto da una negazione, la quale minorando la rattezza del comando, o lo oscura, o lascia incerta l’intenzion personale della proposizione. Diciamo perciò, ama la gloria, temi la vergogna, e: non amare la gloria, non temer la vergogna.