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258 la sesta crociata.

non ispossessino alcuno di possesso ch’e’ tenga senza conoscenza di causa, o senza nostro speciale comandamento. Ancora non vogliamo che sia levata alcuna esazione, balzello, tolta, o costume novello. Finalmente vogliamo che i nostri Balivi, Preposti, Maestri, Visconti ed altri nostri Officiali, i quali per alcun caso saranno messi fuori degli offici loro e del servizio nostro, siano, appresso ch’e’ saranno così deposti, per quaranta giorni residenti nel paese ove esercitavano gli offici stessi, o nelle persone loro o per procuratore speciale, affinchè essi rispondano ai nuovi entrati negli offici medesimi, intorno a ciò ch’essi vorranno domandar loro, relativamente a qualsivoglia malefatta o richiamo.»

Per li quali suddetti stabilimenti il Re ammendò grandemente suo Reame, e talmente che ciascuno viveva in pace e tranquillità. E sappiate che nel tempo passato l’Offizio della Prevosteria di Parigi si vendeva al più offerente. Donde egli avveniva che molte ruberie, e molti malefizii se ne facevano, e la giustizia ne era totalmente corrotta per favore d’amici, e per doni, e per promesse; sicchè l’uom comunale non osava abitare nelle terre del Reame, ma vi si teneva per entro quasi erratico e vagabondo. E soventi volte non ci aveva ai piati della detta Prevosteria, quando il Preposto tenea sue Assisie, che diece persone al più, tante erano le ingiustizie ed abusioni che vi si facevano. Pertanto non volle egli più che la Prepostura fusse venduta, anzi era Officio che Egli dava a qualche gran saggio uomo, e che di sua saggezza e bontà presen-