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lezione preliminare. xv

quefort nel Glossario della Lingua Romana; Gustavo Fallot nelle Ricerche sulle forme grammaticali della Lingua Francese e de’ suoi dialetti nel XIII Secolo, e Mary-Lafon in varie opere di consentaneo argomento. Giovandomi pertanto degli studii di questi illustri, e di quelli ch’io stesso ho fatto lungamente sulle due antiche lingue di Francia, verrò disponendo qui sotto un saggio delle mie osservazioni, premettendovi però un breve cenno sovra essa lingua d’oil e suoi principali dialetti, siccome di cosa non comune fra noi, e la cui notizia potrà tornarci utile in seguito per aggiudicare appunto a questa avvertita varietà de’ dialetti la varia enunciazione di una medesima voce.

Dalla prima occupazione delle Narbonesi sino a Clodoveo erano già corsi sei secoli, e più di cinque da che tutte le Gallie erano divenute Romane. Nella lunghezza di tanti anni la lingua Celtica, ossia la lingua dei vinti, avea ceduto in faccia alla lingua dei dominatori, e questa medesima potea essere detta per tutte quante le Gallie quasi naturale ed indigena, dopo che Roma, non ponendo più altro confine alle proprie mura fuor quello che avrebbe segnato il Dio Termine custode ai limiti dell’Impero, avea empito di coloni non solo, ma di cittadini e di senatori le sue conquiste. I Provinciali e gli Aquitani prevalevano in vero nella Romanità, ma non per ciò meno erano Romani i Galli oltre il Ligeri, ed anzi pareva ch’essi lo divenissero viemaggiormente, quanto meno invece si facea attuosa la forza vitale del combattuto e derelitto