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lezione preliminare. xiii

d’oc, questi, valga la verità, commisero allora un poco perdonabile errore, dandoci una fra le lingue neolatine, ossia della terza età, per quella madre supposta comune che si cercava, ossia per quella lingua di mezzo, donde poi dovevano nascere varie, secondo la varietà degli elementi che le componevano, le neolatine Italiche, le neolatine Galliche, le Ispane e le Daco-Romane.

Dovevano invece questi dotti medesimi, secondo il mio rimesso modo di intendere, cercare almeno nelle due lingue neolatine che ci presentano sinora monumenti più antichi, cioè in quelle di oc e di oil, sole quelle parti, le quali poscia col ripolirsi di esse lingue si vennero disperdendo, per vedere se sopra queste, con pazienti e regolari induzioni, si potesse ricostrurre il latino romanzo, e non già con generici indovinamenti, o con fatti troppo posteriori. Doveano sorprendere, in tal qual modo, in quei resti la fuggente memoria di una loquela instabile di sua natura, perchè lasciata al volgo ed all’urto di tante lingue nemiche quante venian piombando di que’ tempi sull’Imperio lacerato: ed alla guisa di quegli abili architettori, i quali dalle fondamenta tuttavia durevoli e da alquanti ruderi al tempo avanzati, si ardiscono, insistendo sulle certe regole dell'arte, rappresentarci di nuovo come fu veramente tutto un tempio, un teatro, un ippodromo, doveano, dico, dall’arcaico delle neolatine ricostruire il più vetusto Romanzo che si ignorava, e con questo venire, come colla face di altrettante cagioni, illuminando le lingue nostre moderne, di-