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La successiva trasformazione di queste cercarie non fu per anco osservata con assoluta certezza; ma in tal caso possiam confidare nella più stretta analogia con altre specie in cui questo punto di carriera vitale è meno oscuro. Attenendosi a questo partito, possiamo ammettere, con probabilità di non errare, che le cercarie escite dal loro stato di crisalide, devono infine convertirsi in un distoma perfetto, con organi sessuali ben distinti. Ora di questi organi non vi ha traccia alcuna ne’ distomi che rinvengonsi nelle viscere de’ molluschi: nel mentre sono bene sviluppati, e capaci delle loro funzioni delle specie congeneri che sono parassite di animali più elevati, per esempio di uccelli acquatici, che nutronsi dei molluschi stessi. Non è certo improbabile che i piccoli distomi di questi molluschi arrivino al completo loro sviluppo nel solo caso che un altro animale più perfetto, per esempio un’anitra, mangiando il mollusco ed i suoi parassiti, offra a questi un nuovo ricovero, e più copioso e più adatto nutrimento, col favor del quale gli apparati sessuali a poco a poco si sviluppano.

Questo passaggio da un ospite ad un altro, e questo mutamento di condizioni sono dimostrati eziandio per altra sorta di vermi. Que’ vermicciuoli filiformi che trovansi tanto comunemente nelle viscere degli insetti, non sono già vere filarie, come pretendono alcuni naturalisti, ma gordii o mermidi che vi sono nati, vi si nutrono, ed alla prima opportunità ne escono per vivere quindi nell’acqua o nella terra umida de’ campi, dove appena giunti danno opera alla produzione di un gran numero di uova. Lo stesso deve dirsi, con tutta probabilità, del gringo, o filo de’ contadini lombardi, che il Prof. G. Balsamo-Crivelli ha fatto conoscere col nome generico di Autoplectus (Mem. dell’Istituto Lombardo, vol. 11).

Anche le filarie che ne’ paesi caldi dell’antico continente si introducono sotto la pelle dell’uomo e vi di-