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cune famiglie di uccelli, soprattutto dei gallinacei e de’ trampolieri, i pulcini appena sgusciati seguono la madre in traccia del nutrimento che essi medesimi raccolgono dal terreno.

Ne’ rettili, ne’ pesci, ne’ molluschi, ne’ crostacei, i novelli individui non trovano imbarazzo alcuno a procacciarsi l’alimento, di cui hanno abbondanza all’intorno, nell’istesso mezzo, nelle stesse località dove fanno dimora i genitori. Ma nella grande classe degli insetti, e particolarmente in quegli ordini caratterizzati dalla metamorfosi completa che subiscono le larve molli, inerti, vermiformi, innanzi vestire la forma de’ genitori, è dove maggiormente si ammira la sapienza inesauribile della natura, l’istinto preveggente delle madri. Noi vediamo le farfalle depositar costantemente le uova sopra una medesima specie di pianta, delle cui foglie devono nutrirsi le larve appena sbucciate. Le femmine di molti coleotteri insinuano le uova nel legno, scegliendo sempre in una stessa pianta la porzione più ricca di albumina, che è il vero nutrimento delle future larve: sapienza così funesta talvolta alle opere dell’industria umana! Una famiglia intiera di imenotteri, quella degli icneumonidi, è rinomata per l’istinto delle femmine di deporre le uova sotto la pelle delle larve delle farfalle, che sono poi rose e distrutte da’ bachi sbucciati nel loro seno. Altri, ed assai più numerosi di quest’ordine di insetti, costruiscono invece alle loro uova un apposito nido in cui rinchiudono la scorta di cibo alle nasciture larve. Per lo più consiste quella scorta in altri insetti o piccoli ragni previamente uccisi o tramortiti dall’aculeo di cui le femmine di quegli imenotteri sono fornite (V. il Corso Elementare, pag. 263).

Verso altri animali, specialmente delle classi inferiori, la natura fu matrigna. Le femmine o per deficienza di istinto, o per la vita precaria cui sono condannate, seb-