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scolari. I condotti escretori di esse si aprono direttamente all’esterno, all’estremità di una papilla più o meno lunga e sviluppata, che dicesi capezzolo; oppure in una cavità posta entro la glandula Fig. 19. Porzione di mammella di vacca1.stessa, detta seno della mammella, e destinata a servir di ricettacolo per una certa provvigione di latte. Tale è appunto il caso delle nostre comuni vacche (fig. 19).

Le glandule mammarie sono possedute anche da’ maschi, per altro pochissimo sviluppate e non funzionanti. Non sono però molto rari i casi del contrario; e recentemente il sig. Schlossberger fece un accurato esame del latte spremuto da un caprone.

Il numero de’ capezzoli non corrisponde a quello delle mammelle; generalmente esso è in relazione colla quantità normale de’ prodotti di ogni parto; e quindi, ridotto a due soli nell’uomo, nelle scimmie, ne’ pipistrelli, oltrepassa perfino i dieci in alcuni rosicanti e marsupiali. I soli monotremi non hanno capezzoli.

L’afflusso di sangue all’utero, per i rapporti che si devono stabilire fra questo viscere ed i prodotti del concepimento, determina per consenso un afflusso dell’istesso umore alle mammelle. Gli acini di queste glandule da prima piccoli e contratti, si rigonfiano a poco a poco, e stillano pe’ condotti un liquido biancastro albuminoso, che alla fine della gestazione prende i caratteri del vero latte. Questo latte, che è un umore bianco, più denso dell’acqua, di sapore e odore particolare e vario secondo

  1. a Acini secernenti il latte. — b Cavità dove sboccano i condotti lattiferi. — c Estremità del capezzolo.