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funzioni riproduttive 29


L’uovo de’ mammiferi consta de’ medesimi elementi dell’uovo d’ogni altro animale; ma è assai piccolo, quasi microscopico. Esso è contenuto in un follicolo particolare formato da varie membrane, una delle quali, molto vascolosa, detto degli anatomici vescicola di Graaf, e per lungo tempo considerato per l’uovo stesso. All’epoca della maturanza quest’uovo diventa una causa d’irritazione; i vasi del follicolo, e quindi anche dell’ovario s’injettano di una maggior copia di sangue; e infine il follicolo stesso si rompe e l’uovo che ne esce è raccolto dagli ovidutti che in questi animali prendono il nome di trombe falloppiane, dal modenese Falloppio che ne fece la scoperta. Lo sforzo per questa emissione dell’uovo e la congestione sanguigna che ne è una conseguenza, giungono ad un tal punto nelle scimmie e più ancora nella specie umana, da determinare un turgore insolito delle parti, ed una flussione di sangue. Questo apparato di sintomi ricorre ogni mese.

La vescicola di Graaf, così lacerata in una sua parte e priva dell’ovulo dianzi incluso, a poco a poco si colma d’un’essudazione concrescibile, di color carneo-giallastro che tutta la ostruisce e forma uno de’ così detti corpi lutei. Or fa appena qualche anno si credeva che il distacco dell’uovo nella donna richiedesse la precedenza necessaria d’un accoppiamento fecondo: un corpo luteo reputavasi certo segnale d’un avvenuto concepimento. Ora mediante le diligenti ricerche, soprattutto de’ signori Pouchet e Bischoff, l’ovulazione spontanea e le sue naturali conseguenze nella donna sono un fatto dimostrato.

L’uovo maturo è un prodotto inutile, se non è fecondato entro un breve lasso di tempo. Egli ne perde l’attitudine in ragion del suo discostarsi dall’ovario, procedendo in basso per gli ovidutti. La natura ha però disposto in modo che (almeno ne’ mammiferi) questa discesa non sia molto rapida: e dall’altro lato ha concesso