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il disegno del deposito di Francesco I in San Dionigi. La stima che tutta la Francia concepì per il Primaticcio giunse a un tal punto, che niuna opera considerevole intraprendevasi senza prima consultarlo, e che ordinava pure tutto ciò che doveva farsi nelle feste, nei tornei, e nelle mascherate, solenni spettacoli, di un brio, di una sontuosità degni del re e dell’artista italiano, il quale in queste occasioni si mostrava architetto, scenografo e meccanico valentissimo. In ricompensa si ebbe, dal sovrano, l’abbadia di San Martino di Troyes.

Vivendo in un modo liberale e distinto, il Primaticcio non solo era considerato come un pittore abilissimo, ma come uno dei Grandi della Corte. Colmo di beni e di onori ricevuti dai sovrani, come un personaggio di alta importanza, la cui protezione agognavano gli artisti, verso i quali però era liberalissimo.

Egli e maestro Rosso recarono in Francia il buon gusto della pittura, poiché prima di loro, tutto ciò che facevasi nelle belle arti era da considerarsi per poco, ed era imitazione del gotico.

All’apparizione dei due celebri italiani avvenne una fortunata rivoluzione nelle belle arti. Si abbandonò la maniera gotica e barbara per istudiare la bella natura. Il Primaticcio era un buon colorista, componeva con ingegno, bene scelti sono gli atteggiamenti delle sue figure, — ma viene accagionato di avere soverchiamente sollecitato il lavoro, e di avere spesso dipinto di pratica, ciò che potrebbesi attribuire alle molte e continue ordinazioni che riceveva dal sovrano.

Il Primaticcio formò eccellenti allievi, fra i quali molto si distinse Nicolò di Modena; morì in Parigi nel 1570, e da tutti fu onorato come una delle splendide glorie del regno di Francesco I.

Benvenuto Cellini nacque in Firenze nel 1500. Anch’egli fu un artista di una mente enciclopedica, e riuscì particolarmente nella scultura, nell’architettura, nell’arte dell’oreficeria, l’incisione, e in tutte le arti del disegno. Se vi si fosse più applicato sarebbe stato anche un eccellente pittore. Era poeta e musicista, scrittore egregio e distinto scienziato.

Questi talenti ed il profondo suo sapere gli meritarono un posto nell’Accademia di Firenze. Fu stimato e ricercato da parecchi principi d’Europa. Francesco I lo colmò di benefìcii, ed il papa Clemente VII, colpito dall’eccellenza del di lui ingegno, non solo lo considerò come un artista celebre, ma anche come un grande uomo. In sua mano pose la difesa del castello di Sant’Angelo, ove il Cellini acquistò molta gloria con la sua prudente