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uno sguardo all'esposizione. 83


botte francese che contiene quattrocento ettolitri, una ungherese che ne contiene mille, e quella della fabbrica di Champagne che è capace di settantacinque mila bottiglie. Vi son gli specchi di ventisette metri quadrati di superficie, rotaie d’un sol pezzo di cinquanta metri, e fili metallici lunghi venticinque chilometri. Aggiungete ancora il martello smisurato del Creusot che pesa ottantamila chilogrammi, e il girarrosto gigantesco della casa Baudon, che vi arrostisce venti capretti per volta. Poi le meraviglie della pazienza umana: i coltellini microscopici, colle loro belle guaine, che stanno in cento e quattro dentro un nocciolo di ciliegia; i tappeti orientali fatti di sei mila frammenti; il cassettone spagnuolo composto di tre milioni e mezzo di pezzetti di legno; le stoffe da cinquecento lire il metro, fatte a cinque centimetri il giorno; il servizio da tavola degli Stati Uniti, a cui lavorarono per diciotto mesi duecento operai; la fontana scolpita a cui lavorò un contadino scozzese per sette anni. E in fine le