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uno sguardo all'esposizione 55

cercando curiosamente l’immagine della patria, e riconoscendola con un sorriso, dà a questa strana via un aspetto amabile d’allegrezza e come un’aria di pace e di cortesia, che mette il desiderio di distribuire strette di mano da tutte le parti, e di fondare un giornaletto settimanale per intimare il disarmo dell’Europa.


Per prima cosa entrai nell’immenso palazzo coperto delle «sezioni straniere» e mi trovai in mezzo al magnifico disordine dell’Esposizione d’Inghilterra. Qui la prima idea che passa per il capo è di voltar le spalle e di tornarsene a casa. Il primo giorno si passa fra tutte quelle meraviglie inglesi con una indifferenza di cretini. Si gira per un pezzo in mezzo ai cristallami purissimi, alle ceramiche, alle orerie, ai mobili, a oggetti d’arte improntati delle ispirazioni di tutti i tempi e di tutti i popoli; frutti dell’ingegno e della pazienza, che riuniscono la bellezza e l’utile, e accusano il lusso severo d’un’aristocrazia