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326 ricordi di parigi.


a salire; come ogni menoma promessa di riuscita nel campo dell’intelligenza, desti intorno a sè, in tutte le classi della cittadinanza, un sentimento gentile di curiosità e di rispetto, e strappi a tutti quel tributo anticipato di gloria, che concorre mirabilmente a farla diventare realtà; che impulso strapotente sia alle forze umane la certezza dell’improvviso e largo cambiamento di fortuna che produceva là il vero «successo»; come sia grande e inebriante in quella città il trionfo dell’ingegno, che appena salutato da lei, riceve saluti di ammiratori ignoti e offerte e consigli da ogni parte del mondo; come all’uomo caduto sopra una via, rimangano aperte cento altre vie, solo che si rassegni ad abbassare d’un piccolissimo grado le sue pretensioni alla gloria; come la natura obbliosa della grande città, che non lasciando addormentar nessuno sopra un solo trionfo, obbliga tutti a ripresentarsi continuamente alla gara, produca quelle vite meravigliosamente operose, quelle vecchiaie ostinatamente battagliere, il cui