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di spazio disputato da mille contendenti; invece del cammino la corsa, invece della «controversia la mischia; e in questa mischia perpetua, buttato via tutto il bagaglio superfluo, tutto fatto arma di offesa e di difesa, sfrondato il pensiero, stretto il linguaggio, precipitata l’azione; arte e vita ugualmente ardite e rapide, e tutto incoraggiato dalla gran voce festiva della grande città, che parla ad acutissime note cristalline, intese da tutta la terra. E più ci s’addentra nello studio di quella vita, più si rimane meravigliati vedendo l’immenso lavoro che si fa sotto quell’apparenza di dissipazione universale; quanti lavoratori sudano nella solitudine; quanti si preparano alla lotta pubblica, nell’oscurità, con incredibili fatiche; come ogni maniera d’ingegno, non solo, ma qualsiasi parzialissima facoltà appena più che mediocre, trovi là il modo d’esercitarsi con vantaggio proprio e comune; come a ogni ingegno si formi subito in tomo spontaneamente un cerchio d’intelligenze colte ed amiche che lo aiutano a estrinsecarsi e


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