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28 ricordi di parigi


grandi vallate e vastissimi altipiani di case dorate dal sole. La Senna luccicava come una sciarpa d’argento da un capo all’altro di Parigi, rigata di nero dai suoi trenta ponti, che parevan fili tesi tra le due rive, e punteggiata appena dai suoi cento battelli, che parevano foglioline natanti. Sotto, la mole delicata e triste della cattedrale, le due isole, piazze nereggianti di formiche, lo scheletro del futuro Hôtel de villle, simile a una grande gabbia d’uccelli, e la réclame smisurata e insolente d’un mercante d’abiti fatti che sfondava gli occhi a mille e duecento metri di distanza. Qua e là, le grandi macchie dei cimiteri, dei giardini e dei parchi; isole verdi in quell’oceano. Lontano, all’orizzonte, a traverso a brume violacee leggerissime, contorni incerti di vasti sobborghi fumanti, dietro i quali non si vede più, ma s’indovina ancora Parigi; da un’altra parte, altri sobborghi enormi, affollati sulle alture, come eserciti pronti a discendere, pieni di tristezze e di minaccie; a valle della Senna, in una