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300 ricordi di parigi.


-ve abitudini; tutte le nostre debolezze trovano la fossetta morbida in cui adagiarsi; allo sgomento che ci dava la grandezza di Parigi succede l’allegrezza della libertà che deriva appunto da quella grandezza; lo strepito che ci frastornava da principio, finisce per accarezzarci l’orecchio come il rumore di un’enorme cascata d’acqua; quella immensa magnificenza posticcia finisce per sedurci come la poesia maestrevolmente inorpellata d’un seicentista d’ingegno; il nostro passo comincia a sonare sul marciapiede dei boulevards come dice lo Zola, avec des familiarités particulières; facciamo la mente al bisticcio, il palato alle salse, l’occhio ai visi imbellettati, l’orecchio ai canti in falsetto; si compie in noi a poco a poco una profonda e deliziosa depravazione di gusti; fin che un bel giorno ci accorgiamo d’essere Parigini fin nel midollo delle ossa. Eh! allora, durante quel primo tempo della luna di miele, si scusa tutto. La corruzione! Fanno ridere. Accorrono là gli scapestrati da tutte le plaghe dei