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296 ricordi di parigi.


allo spirito, più difficile alla borsa, verso il quale la nostra coscienza ha già fatto, prima che ce n’accorgiamo, mille piccole transazioni codarde. Certo non bisogna avere in sè cagioni di grandi dolori, perchè è tremendo per chi è in terra sentirsi passare addosso quell’immensa folla che corre ai piaceri. Ma Parigi è per la gioventù, per la salute e per la fortuna, e dà loro quello che nessun’altra città al moifdo può dare. Certi stati d’animo, in fatti, brevi, ma deliziosi, sono specialissimi di quella vita; come è passare in carrozza per una delle strade più splendide e più rumorose, verso sera, sotto un bel cielo azzurro lavato di fresco da un temporale di primavera, pensando che ci aspetta dopo la corsa una bella mensa coronata di spalle bianche e tempestata di frizzi, e dopo la mensa, una nuova commedia dell’Augier, e poi un’ora in un crocchio d’amici colti ed amabili al caffè Tortoni, e in fine, a letto, un capitolo d’un nuovo romanzo del Flaubert, tra riga e riga del quale penseremo già alla