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278 ricordi di parigi.


Contes drólatiques del Balzac, e come si svolse nella sua mente, e le ragioni d’ogni personaggio e d’ogni scena. E poi: — Sta bene — disse — il dramma è caduto. — Riferisco presso a poco le sue parole. — Io accetto altamente tutte le responsabilità. Questo dramma m’è diventato caro per la brutalità odiosa con cui fu trattato. Lo scatenamento feroce della folla l’ha rialzato e ingrandito ai miei occhi. Più tardi ci sarà appello: i processi letterari sono suscettibili di cassazione. Il pubblico non ha voluto capire il mio lavoro, perché non vi ha trovato quella specie di vis comica che vi cercava, che è un fiore tutto parigino, sbocciato sui marciapiedi deiboulevards. Ha trovato il mio spirito grossolano! Diavolo! Come si fa a sopportare la franchezza d’un uomo che viene avanti con un stile diretto e che chiama le cose col loro nome? Già, il sapore dell’antico racconto francese non si sente più; non si capiscono più quei tipi: io avrei dovuto mettere un avviso a stampa sulla schiena dei miei perso-