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vittor hugo. 197


è sempre in attività. La creazione, per lui, è un bisogno. E anche quando non si sente ispirato, lavora, com’egli dice, pour se faire la main. La giornata non gli basta per mettere sulla carta tutto quello che gli ribolle nella testa e nel cuore. Ma il buon Dio gli darà lunga vita ed egli ci darà ancora venti volumi.

Udendo queste parole, non potevo trattenermi dal guardare quel vecchio meraviglioso, come una creatura d’un altro mondo, e al pensare ch’egli lavorava ancora, a quell’età, con un vigore che io non avevo mai avuto, e che lavorava già in quella maniera venticinque anni prima ch’io fossi nato, mi sentii annichilito.

Intanto Vittor Hugo parlava di molte piccole occupazioni che sovente gli portavan via la giornata senza che quasi se n’accorgesse, e diceva con voce stanca, ma bonariamente:

Je n’ai pas une minute à moi, vous le voyez bien.

E tutti risposero a una voce: — È vero.