Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/178


vittor hugo. 175


e di discussioni; mille volte abbandonato, mille volte ripreso, mille volte difeso; Galeotto d’amori gentili, auspice d’amicizie ardenti, compagno di veglie febbrili e provocatore, di scoppi di pianto disperati; l’uomo, insomma, in cui avevo vissuto una gran parte della parte più bella della mia vita; che m’aveva trasfuso nelle vene il suo sangue, e delle cui opere mi ero fatto ossa, nervi e cervello. Questo era il Vittor Hugo che mi vedevo davanti, e ad ogni ora che passava, mi pareva che la sua figura si innalzasse di un palmo e che il mio cuore ringiovanisse d’un anno.

VII.

Eppure, ecco un problema per gli scrutatori del cuore umano. Verso sera, un’ora prima d’andare, tutt’a un tratto mi si fece dentro come un