Pagina:De Amicis - Ricordi del 1870-71.djvu/57


la battaglia di solferino e san martino. 43

si mette immediatamente alla testa della brigata Bataille, fa deporre gli zaini, attraversa Medole, già popolato di feriti e di carri, e piglia di corsa la strada di Guidizzolo.


Intanto, sulla sinistra della linea, non prevale ancora la fortuna d’Italia. L’artiglieria austriaca, da casa Soieta, travaglia la 1ª divisione. Invano il generale Durando mette innanzi nuovi cannoni, invano spinge all’assalto, un dopo l’altro, i quattro battaglioni del 2º granatieri; le colonne nemiche s’avanzano. A mezzogiorno, il generale Durando, ridotto in pericolosissima condizione, tenta ancora di arrestare il nemico con un assalto del 4º battaglione bersaglieri e un battaglione del 2º fanteria. I due battaglioni, assalendo arditissimi, lo arrestano in fatti di fronte; ma una lunga colonna si avanza in quel mentre, con rapido giro, sulla destra, e minacciandoli di fianco li costringe a ritirarsi. Allora il generale Forgeot, comandante l’artiglieria del 1º corpo francese, volta rapidamente contro gli Austriaci un forte numero di cannoni, e li ricaccia indietro, con un fuoco violento, sconvolti.

All’estrema sinistra, il generale Cucchiari, arrivato là dove la strada Lugana taglia la strada ferrata, subito dopo la ritirata del Mollard, dispone senza indugio all’assalto la brigata Casale: l’11º, condotto dal colonnello Leotardi, in prima linea per il Roccolo e San Martino; il 12º dietro. La brigata si muove; ma il nemico, che occupò le case Armia, Selvetta e Monata, la previene, minacciandola sulla destra. Il generale Mollard, di là dove si trova, vede il pericolo, e manda a ordinare al comandante il 2º battaglione del 12º che pieghi subito a destra e respinga il nemico dai nuovi siti donde minaccia. Il comandante del battaglione, che ebbe un ordine diverso dal proprio generale, esita ad obbedire e prosegue. Il Mollard,