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veramente di creatura umana; e tengo che fosse da più d’un anno in detto pozzo, e si trovasse così consumata per essere il luogo profondo e fresco.

La testa è mostrata al Vimercati che la dichiara testa umana, e vi trova caratteristici « capelli di color biondo scuro, e assenza di barba. » Aggiunge: « intorno gli ossi trovati in casa dell’Osio, risposi che non voleva portarne giudizio da me solo, per portarlo più sicuro; e così mi fu delegato compagno il dottor Giovan Battista Beretta da Monza; e giudicassimo dette ossa essere di corpo umano senza la testa.

Cade in questi giorni, come è da vedere dalla data, una lettera che Osio scrisse al cardinale Federico Borromeo; reputo opportuno inserirla qui benché non faccia parte dei rogiti notarili che andai sinora copiando e compendiando: (trovasi nel manoscritto tra gli allegati alla pagina 534).


Giovanni Paolo Osio profugo al Card. Federico Borromeo.


Ill.mo et Rev.mo Sig. e Pad. Coll.mo

» Il mondo oggidì si vede tutto roverso; perchè quelli che meriterebbero essere castigati come principali et inventori e causa di ogni male e ruina, a essi se gli crede le bugie, e sono carezzati; et a quelli che per causa di essi son in ruina non se gli crede, ma perseguitati a morte come se fossero ribelli, et essi inventori di quelle attioni; come ho inteso essere seguito a me, nonostante che mi abbino buttato a terra la casa, e consumata la robba; ma che V. S. Ill.ma mi abbia scomunicato, acciò perda l’anima insieme, sono cose di grandissima disperatione a pensare; il caso è degno di grandissima compassione a saper il fatto com’è seguito; che, per havere io castigato gl'inventori di ogni mali e ruina, dovevo meritare lodi e non castigo; perché la povera S.ra Virginia