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242 | giulio verne |
nometro. Appena quaranta secondi, e poi l’istante della partenza sonava... ma ogni secondo durava un secolo.
Al ventesimo ci fu un fremito universale, e alla mente di tutti gli astanti corse il pensiero che gli audaci viaggiatori rinchiusi nel proiettile contassero del pari que’ terribili secondi! Sfuggirono alcune grida isolate:
«Trentacinque! — trentasei! — trentasette! — trentotto! — trentanove! — quaranta! Foc!!!»
Tosto Murchison, premendo col dito l’intercettore dell’apparecchio, ristabilì la corrente e lanciò la scintilla elettrica nel fondo della Columbiad.
Una detonazione spaventosa, inaudita, sovrumana, di cui nulla varrebbe a dar un’idea esatta, nè gli scoppi del fulmine, nè i boati delle eruzioni, si produsse istantaneamente. Un’immensa colonna di fuoco sprigionossi dalle viscere del suolo, come da un cratere. La terra si sollevò, e poche persone a mala pena poterono per un istante scorgere il proiettile che fendeva l’aria vittoriosamente tra fiammeggianti vapori.