Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/223


dalla terra alla luna 223

cizio di forza materiale e morale. Si dovettero trascinare sulla montagna macigni enormi, pesanti masse di ferro lavorato, gorne, grossi pezzi del cilindro, chè il solo oggettivo pesava quasi trentamila libbre, al disopra del confine delle nevi perpetue, a più di diecimila piedi d’altezza, dopo di aver attraversato diverse praterie, foreste impenetrabili, spaventose correnti, lungi dai centri popolati, in mezzo a regioni selvagge, nelle quali ogni particolare dell’esistenza diventava un problema quasi insolubile. A dispetto di tanti e tanti ostacoli, il genio degli Americani trionfò. Meno di un anno dal principio dei lavori, negli ultimi giorni del mese di settembre, il gigantesco riverbero alzava nello spazio il suo tubo di dugent’ottanta piedi. Esso era sospeso ad un solido telaio di ferro; un ingegnoso meccanismo permetteva di manovrarlo facilmente verso tutti i punti del cielo, e di seguire gli astri da un orizzonte all’altro durante il loro cammino nello spazio.

Era costato più di quattrocentomila dollari1. La prima volta che fu appuntato sulla Luna, gli osservatori provarono una commozione di curiosità ed inquietudine ad un tempo. Che cosa avrebbero scoperto nel campo di quel telescopio che ingrandiva quarantottomila volte gli oggetti osservati? Popolazioni, greggi d’animali lunari, città, laghi, oceani? No, nulla che la scienza già non conoscesse, e su tutti i punti del suo disco la natura vulcanica della Luna potè essere determinata con precisione assoluta.

(1)Un milione e seicentomila franchi.