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d’uno dei mille. 117

— Felice! Il popolo avrà libertà e scuole...

— E nient’altro! — interruppe il frate: — perchè la libertà non è pane, e la scuola nemmeno. Queste cose basteranno forse per voi Piemontesi: per noi qui no.

— Dunque che ci vorrebbe per voi?

— Una guerra non contro i Borboni, ma degli oppressi contro gli oppressori grandi e piccoli, che non sono soltanto a Corte, ma in ogni città, in ogni villa.

— Allora anche contro di voi frati, che avete conventi e terre dovunque sono case e campagne!

— Anche contro di noi; anzi prima che contro d’ogni altro! Ma col Vangelo in mano e colla croce. Allora verrei. Così è troppo poco. Se io fossi Garibaldi, non mi troverei a quest’ora, quasi ancora con voi soli.

— Ma le squadre?

— E chi vi dice che non aspettino qualche cosa di più?