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Dopo questo breve episodio maccaronico ma istruttivo, torno a Rossini, che dammi argomento parziale a un altro episodio, non men del primo piacevole. Di mano in mano che l’opere di Rossini rappresentavansi, gli applausi de’ conoscitori e degli amici del vero sembravan crescere. Un ser cotale, non so se per gelosia di mestiere o per altro motivo, inalberò arditamente antirossiniana bandiera, e tutto ciò disse e scrisse di questo bel genio, che un pazzo invidioso o un ignorante sfacciato potrebbe dire. Amico zelante della mia illustre nazione e di tutti i talenti che in lei si distinguono, non mi fu davvero possibile menarla buona a costui, e presi tosto la penna in mano per difender la fama di un illustre individuo italiano, come io aveva prima difeso il carattere dell’intera nazione e poscia quello de’ suoi letterati e della sua lingua. E, perché confido di far cosa grata tanto al signor Rossini, quanto a tutti coloro che tante ore deliziose passarono all’incanto della sua musica, trascriverò qui parte di quello che scrissi a difesa delle mal fondate accuse, che quel malevolo anonimo portò contra lui. Forse quel foglio inglese, sul quale il mio articolo pubblicai, non è arrivato in Italia. Eccone la traduzione fedele: Signor anonimo, Ho letto, parte con dispetto e parte con riso, l’articolo pubblicato ier l’altro da voi in un certo giornale, nel quale, per ergere al cielo la musica di Mozzart, vi studiate di seppellir negli abissi quella del nostro Rossini, lo non credeva che il nome celeberrimo di Mozzart avesse bisogno di ciò per accrescere la sua gloria, come non è necessario dire che la stella di Venere è senza luce per pruovar che lucidissimo è il sole: onde, e ridicolo e ingiusto quel vostro scritto sembrandomi e ingiurioso ad un tempo stesso al nome di un italiano, che non da’ soli suoi nazionali ma da’ piú colti popoli della terra per un raro fenomeno è giudicato, non ho potuto astenermi dal fare alcune osservazioni e di far nostro giudice il pubblico. Nel cominciamento di quell’articolo, non osando negare che la musica di Rossini universalmente non piaccia, pretendete insegnarci che il consenso universale degli uomini non sia