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tutte le mie fatiche di sette mesi era ito nelle fauci o sul dosso di due Taidi e nella valigia di quell’onoratissimo yankee. Quel ribaldo ebbe l’ardire di scrivermi e di accusar me di calunniatore !

A questo terribile colpo ne sopravvenne un altro immediatamente, che non lascerò di narrare. L’infedeltá di colui mi fece far la risoluzione di non fidarmi mai piú di stranieri. Noi avevamo in casa nostra una giovane americana, della cui onoratezza, prudenza ed integritá avevamo da dodici anni indubitabili pruove. Commisi a lei la cura del negozio, e pigliai un’altra donna per quella della famiglia. La prima sera, avendomi preparata la cena vicino al foco, si mise a sedere poco lontano da me. Io aveva deposto sulla mensa un libro di conti, in cui teneva alcune Cedole di banco, tra le quali tre ve n’erano di cinquanta piastre ciascuna. Finita la cena, colei si leva in silenzio, piglia quel libro, lo mette sul vicin desco; ma, come veduto aveva il danaro che conteneva, lo prese in maniera da lasciar cadere una parte delle carte. Prima d’andare nella mia camera, ripiglio il mio libro e lo colloco sul capezzale del letto mio. Lontano da ogni sospetto, m’addormento, dormo placidamente; ma qual fu la sorpresa e l’affanno mio, quando, allo svegliarmi al mattino, l’occasione portò che aprissi quel libro e che trovassi che quelle tre cedole appunto erano sparite! Corsi subito al loco dove avea cenato, cercai invano per tutti gli angoli della casa, e allor, chiamata a me quella donna, su cui sol potea cadere il sospetto mio, l’esaminai, la pregai, la minacciai, la feci metter in carcere; ma tutto fu vano. Una mia vicina trovò, pochi giorni dopo, una di quelle cedole celata sotto una pietra smossa dal suo sogliare; fu veduta colei il giorno prima frugolar quella pietra stessa al levar del sole : tutti nulladimeno mi dissero che il provarlo in giudizio sarebbe stato difficilissimo, e mi toccò inghiottire una pillola di cento piastre.

Duoimi dover raccontar tali bagattelle a chi forse aspetta di trovare piú importanti materie in questo volume. Si ricordi però che le cose di questo mondo sono tutte proporzionate allo