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PARTE QUINTA Il 26 aprile 18x9, il D. P. giungeva a New-York (II, 44), donde, tranne qualche breve corsa, non si mosse piú fino al termine della sua lunga vita. La piccola casuccia, che egli prese in affitto qualche mese piú tardi, e ove fece venire da Sunbury il resto della sua famiglia (11,50), si trovava in Chapel-street, 54; ma fu successivamente mutata in parecchie altre abitazioni, delle quali il lettore troverá l’elenco nel Marchesan (p. 475 n). Non poi il 18 aprile 1819 (II, 49), ma certamente piú tardi, il D. P. pose in una casa di educazione il suo primogenito Giuseppe, natogli a Londra verso il 1801 (lettera al Colombo del 1» agosto 1828, in Bernardi, p. 184), e mortogli poi, in modo cosí straziante (II, 59), nel corso del 1821. Degli altri due suoi figli maschi (II, 50), l’uno, Lorenzo iuniore, di cui il Montani fece menzione wa;V Antologia (fase. 88, p. 79), era nato probabilmente a Londra verso il 1803 (I, 270): collocato dal padre nel collegio colombiano di New-York (II, 50), segui per qualche tempo gli studi legali (II, 61), e fu poi professore di lettere nella Columbia University, autore di A history of thè Fiorentine republic and 0/ thè age and rute of thè Medici (New-York, 1833, 2 voli.) e marito di Cornelia Durant (nipote del presidente James Monroè), che gli détte alcuni figli, di cui vivono ancora in America i discendenti (Bernardi, pp. 83-4; Marchesan, pp. 481-2). L’altro maschio, Carlo, nato probabilmente in America, studiò medicina (II, 61); ma, piú che ad altro, attese ad aiutare il padre nel negozio di libri, che, fin dal 1822 o 1823, se non anche prima, il D. P. aveva dovuto riaprire in New-York, come mostra chiaramente il titolo del Catalogo ragionato , che verrá da qui a poco citato. Aveva, inoltre, il D. P. almeno tre figlie femmine, Luigia, Matilde e Fanny, per le quali rimando alle notizie diligentemente raccolte dal Marchesan (pp. 481-4), ricordando semplicemente che la Fanny (nata probabilmente in America e morta a Parigi nel 1843!, sposò, forse dopo la morte del padre (che di siffatto matrimonio non parla mai né nelle Memorie né nelle lettere), Giacomo Enrico Anderson, che fin dal 1822 era stato ospite del D. P. (II, 58), dapprima come studente e poi come professore di matematiche nella Columbia University. — Per la fiera lotta fatta al D. P. dai suoi concorrenti (II, 54) e per l’anonima allusione a Marco Antonio Casati (II, 57), che tutto fa supporre fosse colui che mise in giro la maligna (ma forse esatta) versione della faccenda del cavallo rubato (II, 64), si veda sopra p. 254, nonché quel che il D. P. ne aveva giá detto nella prima edizione delle Memorie (II, 144-159) e nella Storia della letteratura italiana a New-York (II, 185-95). — L’avvocato irlandese, autore della lettera a Giorgio IV (II, 59), si chiamava Carlo Philips (II, 191): la risposta del D. P., e cioè il Discorso apologetico sull’Italia, venne pubblicato nel 1821 (Montani, in A?ilologia, fase. 89, p. 66;