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cento ghinee (I, 275), senza le quali non avrebbe potuto — dopo aver fatta partir la moglie (I, 270), cui riusci per tal modo di mettere al riparo dai creditori del marito sei o settemila piastre (II, 6)—salpare anch’egli di nascosto pel nuovo mondo; il che significava lasciar novellamente i creditori con un palmo di naso ed evitare per la seconda volta il carcere. PARTE QUARTA Tanto nella Storia compendiosa , scritta nel 1807 (cfr. Marchesan, p. 467), quanto nelle Memorie (II, 5), il D. P. narra di essere sbarcato a Filadelfia il 4 giugno 1805. Se questa data è esatta (e pare che sia) o egli parti da Londra non il 5 (I, 275) ma il io marzo, o la sua traversata dell’Atlantico durò non ottantasei (II, 3) ma novantuno giorni. — Il 5 giugno 1805 il D. P. era a New-York (II, 5 e lettera al Moore del 30 aprile 1825, in Marchesan, pp. 468-9), ove si trattenne, facendo il droghiere, fino al settembre di quell’anno; epoca in cui, a causa della febbre gialla, fu costretta a trasferirsi a Elizabeth-Town (II, 6-7). Quanto tempo durò il soggiorno del D. P. in quest’ultima borgata? Secondo le Memorie (II, 8-9), fu soltanto tra il primo decembre e il primo gennaio del suo sessantesimo anno di vita, e quindi tra il 1° decembre 1808 e il 1° gennaio 1809, che i cattivi affari lo obbligarono a vendere una casuccia e un campicello, che aveva comprati colá, e a ritirarsi, poco di poi, novellamente a Nevv-York. Sennonché dal titolo della Storia compendiosa (cfr. sopra pp. 253-4) e da quanto il D. P. afferma in un altro luogo delle Memorie (II, io) si desume indubitabilmente che egli, nel marzo 1807, fosse di giá ritornato definitivamente a New-York; nel quale anno anzi le ricerche del Marchesan (p. 475 n ) hanno assodato che abitasse in Partition-street, 29, salvo a passare nell’anno seguente in Bowery, e nel 1S10 in Duane-street, 247. — In codesto secondo soggiorno newyorkese il D. P., pur facendo il maestro d’italiano e il libraio (II, 12-3), non dovè tralasciare il suo commercio in droghe: altrimente non si spiegherebbe la sua associazione con quell’«ottimo distillatore», col quale poi fini per rompersi (II, 14). Né poi gli affari gli dovettero andare cosí male com’egli vorrebbe far credere, dal momento che, giunto a New-York senza un soldo, poteva, soli quattro anni dopo (io giugno 1811), partire per Sunbury con circa una ventina di migliaia di franchi di economie (II, 14). E tutto fa supporre che il motivo principale, da cui venne indotto a commetter la sciocchezza di cangiar novellamente residenza, fosse il desiderio di «coltivare» la «parente» che si era ritirata in quel villaggio (II, 14), e cioè la sorella della Nancy, che abbiamo incontrata a Londra (I, 1S6), maritata, povera e avara, e che troviamo ora vedova e padrona di una settantina di migliaia di franchi (II, 31), i quali, per altro, nel prosieguo della narrazione, si riducono