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Tobia Smollett (1720-71), che dal 1763 al 1766 fece un viaggio per la Francia e per l’Italia, di cui pubblicò una relazione ( Travels ihrough France and Italy, London, 1766, 2 voli.); e il Sass il pittore Enrico Sass (1788-1844), che soltanto nel 1815 lavorò in Italia e soltanto nel 1818 pubblicò A journey lo Rome and Naples. — Maddalena Allegrante (I, 237), che il Casanova avea conosciuta nel 1771 a Bologna, «eíicore enfant», ma «si belle, sigracieuse, ayant tant d’espirit et de charmes», che l’avventuriero, allora in vena di castitá, aveva presa la fuga dall’albergo dello zio di lei ( Mémoires , Vili, 267), era stata giá una volta in Inghilterra nel 1781, e allora pare che sposasse l’irlandese Harrison, di cui soltanto le Memorie dapontiane (I, 239-40) fanno menzione. Fu poi lungamente (almeno fino al 1792) a Dresda, donde ebbe (agosto 1789-luglio 1792) relazioni epistolari col Casanova (RavX, pp. 245-8), e dove il D. P. asseriva di non essere riuscito a vederla nel settembre 1792 (lettera al Cas. del 24 sett. 1792, in Molmenti, Cart. cas., I, 270). Nell’autunno del 1798 cantava al San Benedetto di Venezia (Wiel, p. 492, n. 1192). Ma, dir vero, né ella, dotata di una voce dolce ma priva di forza (Fétis, I, 52) e che effettivamente nel 1799 era «troppo vecchia» (I, 241), né, ancora meno, Natale Damiani, di cui non trovo altre notizie se non che cantò in parti secondarie al San Carlo di Napoli nel 1789 e 1790 (Florimo, IV, 252-5) e al San Benedetto di Venezia nel 1786, 1791, 1792 e 1795 (Wiel, nn. 993, 1051, 1061-3, 1133), si potevano annoverare tra i cantanti «di prim’ordine» del tempo (I, 237). Onde non aveva poi tutti i torti il Taylor, quando si doleva del mondo in cui era stato servito dal D. P. (I, 241, 247); il quale, pur volendo escludere l’ipotesi della corruzione (I, 247), avrebbe bighellonato per due mesi per l’Italia con le cento ghinee pagategli dal suo principale (I, 208), senza darsi altra briga per lui se non quella di rivolgersi, nel momento di ripartir per Londra, a un sensale (I, 237) e prendere i cantanti che costui aveva interesse a offrirgli. Terzo soggiorno a Londra (I, 241-75). — È questa forse la parte delle Memorie piú ribelle a una cronologia, se non sicura, almeno plausibile e non contradittoria, giacché il racconto dapontiano, oltreché imbrogliato e, nella sua ridondanza, lacunoso, è pieno zeppo di anacronismi, a cominciare dal principio. Narra infatti il D. P. (I, 241) che, tre giorni dopo il suo arrivo a Londra (e quindi nel marzo 1799), il Taylor, avendo concepito forti dubbi sulla sua onestá, gli chiedesse conto di sei o settemila sterline, da lui amministrate nel triennio 1795-8. Strano davvero che il Taylor, nutrendo tali sospetti, nonché venire al redde rationem prima di far partire il D. P. per l’Italia, aspettasse tranquillamente il suo ritorno in Inghilterra, cui anzi (e ciò s’intende ancora meno) egli medesimo avrebbe frapposto ostacoli (I, 241). Comunque, e senza insistere per ora su codesto particolare, è assolutamente impossibile che al ritorno del D. P. a Londra seguisse quasi immediatamente il suo arresto (I, 242-4). Nelle Memorie, infatti, è detto che esso ebbe luogo «il giorno