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per farne alcune altre ne’ nostri teatri. Udii però, con tormento e sorpresa, che i primari soggetti negavano di venire, se prima loro non davasi certo danaro, che credean aver diritto d’esigere. Solita pretesa fatale, che procede da un principio ingiustissimo, ove si consideri la natura de’ contratti che ogni individuo ottenne dall’impresario. Ma non bastaron persuasioni, non bastaron offerte a smuover da un ostinato rifiuto, agli autori stessi funesto; e le conseguenze furono a tutti dannose, ed a me piú che a tutti. Il signor Giacomo Montresor, credendo d’avere giusto diritto di disporre pel ben comune le cose, procurò, per sollecitar le rappresentazioni, d’ottener a tale effetto un teatro, e l’ebbe dall’impresario del Bowery. Chi però lo diresse nella stipulazione del contratto consenti ch’ei ponesse un preciso giorno dugento piastre in deposito a manutenzion del contratto, le quali doveansi tenere come perdute, se si mancava alla stipulazione contratta. La cassa teatrale non avendo fondi per tal deposito, si ricorse a. me, tesorier di ripiego. Sommo era il pericolo di probabilissima perdita; ma, vedendo che tutte le cure del Montresor non bastarono a fargli trovar il prestatore, udita la sua determinazione d’andar la domane a Filadelfia, per condur seco quelli che mancavano, gli somministrai i mezzi di andarvi e, con incredibili sacrifizi, depositai le duecento piastre. I soggetti non arrivarono al fissato tempo, e si perdette il deposito. Fu biasimata da molti la mia debolezza ; fui trattato da vecchio imbecille, da mentecatto, da folle. Veggiamo chi ha torto. Quando si seppe ch’io m’adoperava per ogni onesta via onde trar dall’Italia un corpo drammatico di scelti artisti, quanto mi lodavan gli abitatori delle due principali cittá d’America, altrettanto mi biasimavan gli amici e i parenti miei, e mi pregavan colle lagrime agli occhi di desistere dalla pericolosa intrapresa. Non valser preghiere, non lagrime, non censure. Entrai in questo pelago pericoloso. Incontrai scogli terribili, tempeste ruinose, naufragi fatali. Non mi pento nulladimeno di non aver seguiti i consigli altrui; anzi, ad onta di tutti i mali che provai e che provo e di tutte le conseguenze funeste che mi si affacciano, tengo per fermo che, presentandomisi l’occasione, farei